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Commento del testo: "Nuove Sostanze. Manifesto della rivoluzione informatica"

                                         di Antonino Saggio  

 “... l'insieme di queste modifiche portano a una differenza sostanziale nel centro stesso della ricerca architettonica e cioè nell'idea di spazio. Adoperando una formula sintetica diremmo che dall'idea di "spazio organo" si sta passando a una concezione di "spazio sistema".

La frase estrapolata dal brano "Nuove Sostanze. Manifesto della rivoluzione informatica" del professore Antonino Saggio, racchiude in maniera sintetica e semplice il salto avvenuto  agli inizi del XX secolo che ha contribuito al grande cambiamento dell'architettura e non soltanto. Possiamo affermare che in qualche modo  la modernità  sia riuscita accenttando la crisi a far nascere un nuovo sguardo del mondo, una nuova estetica.  I processi non sono più lineari, dati da una sommatoria tra di loro  ma sono salti sintetici legati tra di loro da un catalizzatore.  Nell'architettura figura emblematica, espressione della modernità è la scuola del Bauhaus, e in particolare l'edificio costruito nella nuova sede di Dessau nel 1925 da  Walter Gropius  ,che diventa il principio stesso della risposta alla crisi. 

Nell' edificio del Bauhaus viene palesato quello che è il concetto di "spazio sistema" ovvero una nuova concezione spaziale che ha come motore un'idea concertata di interno-esterno che fa dello spazio pubblico un elemento altrettanto fondamentale dell'architettura, infatti nonostante l'edificio del Bauhaus sia di per se un luogo di grande innovazione progettuale per la sua distribuzione degli spazi allo stesso tempo riesce ad integrare quella che è la città di Dessau ad esso, facendo diventare esso stesso e tutto il suo contesto un polo di attrazione per tutti i giovani, riuscendo ad integrare la cultura alternativa che si andava a formare all'esterno in un luogo per la nascita delle discipline artistiche.

Di conseguenza i così detti "spazi organi" simbolo della prima ondata, caratterizzati da un idea di città chiusa e da un assetto rigido e sistematico vengono  rimpiazzati da "spazi sistema" le componenti della città e  degli edifici si mixano creando dei luoghi con una dimensione continua, senza confini. 

Il concetto di trasparenza diventa così il catalizzatore, ovvero la chiave  che riesce ad unire tutti gli elementi che caratterizzano l'architettura moderna riuscendo a creare  una nuova idea di spazialità. 

Dal tema della trasparenza e come essa ha cambiato il modo di vedere le cose, a mio parere si può fare un altra osservazione semplice ma significativa: la finestra nella concezione classica è una cornice netta che delimitata un spazio definito come se fosse un telaio di un quadro. Nella modernità il concetto di finestra si trasforma con le finestre a nastro, che al contrario delle prime permettono di catturare una realtà in movimento, delle sequenze  come un nastro fotografico. E se questo concetto fosse già stato superato?  

Oggi viviamo in una nuova ondata, quella informatica, caratterizzata da grandi schermi che ci proiettano una realtà mascherata, non sempre reale, in qualche modo velata, dove crediamo di poter vedere tutto ma quello che si nasconde dietro è molto di più, dove il concetto di privacy è sempre più delicato. Non pensavo che l'architettura fosse già entrata del tutto in questa fase ma poi mi sono venute le grandi facciate continue  specchiate che caratterizzano gli edifici moderni, basti pensare ad un qualsiasi skyline di una città, dove i vetri specchiati nascondono i sistemi della società moderna proiettando al di fuori un mondo che non è sempre così reale, come uno schermo digitale.