Una premessa essenziale da considerare è che la nostra concezione del mondo tridimensionale, a cui siamo abituati, non è universalmente percepita in modo oggettivo né fondata su ragioni fisse e immutabili. Il nostro modo di comprendere e interpretare il mondo dipende da una serie di componenti variabili.

L'idea di dare un appuntamento, in tutte le epoche, si basa su due variabili fondamentali: lo spazio e il tempo. Tuttavia, la percezione del tempo è cambiata nel corso delle epoche: dall'essere un concetto percepibile e individuabile solo in punti precisi, come campanili o meridiane, è diventato più diffuso e disponibile, fino a diventare digitalizzato nell'epoca dell'informazione, diffondendosi in ogni parte della contemporaneità.

Il tempo rappresenta la prima dimensione dello spazio: senza il suo scorrere, lo spazio non può essere percepito né esistere. Nel mondo ad una sola dimensione, per esempio, l'unica unità di misura calcolabile e utile per descrivere lo spazio è il tempo di percorrenza tra due punti lungo la linea dell'universo.

Lo spazio è strettamente legato al tempo: si genera insieme ad esso e varia al suo seguito, formando lo spaziotempo. Il punto, al contrario, non possiede né spazio né tempo. Questo concetto si rende evidente nella teoria dei buchi neri, dove strutture singolari - punti - sono prive di spazio e tempo, nonostante abbiano massa infinita e curvatura infinita.

Scendendo in un mondo bidimensionale, possiamo tracciare una retta su un foglio e individuare il tempo necessario per correrla. Ma se pieghiamo il piano quasi a far toccare i due punti della retta, si genera una distanza al di fuori del piano, che corrisponde a un tempo diverso. Il tempo, quindi, è una dimensione dello spazio, sia bidimensionale che tridimensionale, ed è strettamente legato ad esso.

Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto in uno superiore, e da un sistema inferiore si può visualizzare la proiezione del sistema superiore. Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo.

Il concetto del salto è fondamentale per percepire un'altra dimensione e per comprendere e vedere la propria. Il salto non è solo percettivo, ma è anche l'inizio della comprensione delle regole di altri sistemi di riferimento, spazi, tempi e valori.

Immaginando di compiere il salto alla dimensione superiore, ci rendiamo conto che la quarta dimensione non è il tempo, ma è una dimensione geometrica che estende la geometria tridimensionale. In questa dimensione, ogni sistema di riferimento inferiore coesiste con infiniti sistemi di riferimento di livello superiore. La navigabilità di base di un mondo 4D permette di saltare da un mondo 3D a un altro mondo 3D, in un continuum spazio-temporale.