Come arrivo dal foglio elettronico al database?

Prima di ciò cos’è un database e come funziona? Esempio, un censimento.

Presa una griglia abbiamo dei Fields & Records (Colonne e Righe). Abbiamo delle entità nelle righe e degli attributi (che descrivono le entità) nelle colonne. Il mondo è tutto un database.

Da Mario Carpo – The second digital turn:

Per un computer lavorare nella logica di prove successive ha perfettamente senso. Per noi è completamente antieconomico. Allora viene da pensare che i concetti di logico e illogico ma soprattutto di ordine e caos vanno capovolgendosi tra il mondo fisico e il mondo digitale.

Immaginiamo di organizzare un archivio negli anni ’40. Ci sono vari modi, ma cataloghiamo in base ad alcuni parametri, ma sicuramente in modo molto comprensibile.

Quando Gmail appare all’inizio del 2000, definisce il motto “search don’t sort”. C’è molto disordine nella casella Gmail, ma ricercare per il computer è molto più veloce e facile che organizzare. Per l’umano sarebbe vero l’esatto contrario. Per questo parliamo di “Intelligenza” artificiale.

Dal mondo dell’arte abbiamo moltissimo di spunti di riflessioni e di idee. Nonché di input. Domanda, come cambia il mondo del retail nell’epoca della terza data?

Andreas Gursky, 99 cent – un’opera fotografica rappresenta questi grandi spazi di stoccaggio, dai supermercati; i grandi centri logistici di merci, ecc…

Osservando questi due scatti possiamo bene vedere il grande salto di paradigma. Se il supermercato è tutto ordinato e leggibile e utilizzabile dall’umano, il deposito di Amazon è apparentemente un casino. Ma un computer, può tranquillamente trovare tutto grazie al codice a barre, ad una posizione e basta. Non è importante che ci sia coerenza tra gli oggetti e la loro adiacenza. È tutto più disordinato, pratico, veloce ma comodo.

Vediamo come questi concetti si possono applicare al mondo della città e all’ambito urbano.

Parliamo di LOCALIZZAZIONE:

In ambito urbano esiste una cosa chiamata GIS Geographical Information System – la novità è semplicissima. È un database in cui le entità sono georefenziate. E le entità che ci interessano sono ovviamente quelle legate all’architettura.

Lo sforzo è di informatizzare i dati dal reale e riportarli nel GIS. L’enorme mole di dati è quella che viene definita “BIG DATA”, un flusso di dati che ormai da vent’anni viene raccolto. Interessanti sono gli “OPEN DATA”. Si possono reperire dei dataset e importarli in dei programmi che funzionando in GIS si possono anche sovrapporre più sistemi di informazioni.

È questa la cosa interessante. LEGARE gli open data al GIS. Le mappe sono informazioni che in quanto grafiche, soprattutto per noi architetti, è uno strumento molto importante. Fondamentale per alcuni aspetti.

Un modello GIS può essere interrogato in diversi modi e avere quindi delle risposte multiple. Il sistema ovviamente funziona con ottime basi cartografiche e con una mole di dati molto ampia, per questo sono comodi gli Open Data.

Come le informazioni in ambito urbano plasmano la città contemporanea?

La città sensiente, riceve informazioni da alcuni sensori e in qualche modo, da delle risposte. “Città sensiente” è un concetto di Carlo Ratti, direttore MIT, poco noto in Italia ma abbastanza noto all’estero (ha vinto il progetto per l’Italia all’Expo Dubai 2021. Progetto “Drinking Cities” è uno studio sul consumo di bevande della coca-cola company nelle varie città americane. Ma il concetto è valido per migliaia di concetti. Le informazioni esistono e sono in abbondanza riguardo a milioni di temi, dai rifiuti all’utilizzo di taxi, ecc…

Gli utilizzi, sono molteplici e già guardando esempi come “MappaRoma”, ci possiamo rendere conto della sua grande utilità.